SAN NICOLA: LA VERA STORIA DI BABBO NATALE
Questa è la storia della metamorfosi di un’antica tradizione religiosa in una geniale operazione di marketing. Babbo Natale è certamente uno dei personaggi più amati dai bambini di tutto il mondo. È presente nelle tradizioni natalizie di molte culture occidentali, ma anche in Giappone e altre parti dell’Asia orientale. Il suo compito è distribuire regali ai bambini la notte della vigilia di Natale. È rappresentato come un uomo anziano vestito con giacca, pantaloni e cappello rossi bordati di pelliccia bianca. Ma chi è veramente? Come nasce il mito di questa figura così popolare?
Tutte le versioni del Babbo Natale moderno, noto come Santa Claus nei paesi di lingua inglese, derivano principalmente da un personaggio storico: San Nicola, vescovo di Myra, un’antica città dell’attuale Turchia, oggi chiamata Demre. Vediamo come una strategia di marketing di una nota multinazionale abbia trasformato San Nicola in Babbo Natale.
La metamorfosi di San Nicola in Babbo Natale
Il mito di Babbo Natale ha origine dalla storia di San Nicola, un vescovo cristiano vissuto nel IV secolo d.C. È uno dei santi più venerati al mondo, unendo cattolici e ortodossi, ed è circondato da numerose leggende e miracoli. Le sue reliquie, conservate a Bari, sono tuttora oggetto di contesa con la Turchia, che ne richiede la restituzione. Furono infatti trafugate dalla città di Myra nel 1087 da alcuni marinai baresi.
San Nicola è celebre per la sua generosità. Un episodio emblematico racconta di come, prima di diventare vescovo, aiutò una famiglia nobile caduta in miseria. Il padre, disperato, voleva avviare le figlie alla prostituzione per sopravvivere. Nicola, agendo di nascosto, fece scivolare tre sfere d’oro dalla finestra della loro casa, permettendo al padre di organizzare il matrimonio delle figlie e risparmiarle da un destino vergognoso. Questo gesto è commemorato nell’iconografia classica del santo.
Nel Medioevo, si diffuse in Europa l’usanza di scambiare doni il 6 dicembre, giorno dedicato a San Nicola. Ancora oggi, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, San Nicola è celebrato in vari paesi: in Germania come Sankt Nikolaus, nei Paesi Bassi come Sinterklaas e nei paesi anglosassoni come Santa Claus. Egli lascia doni e dolciumi ai bambini meritevoli, spesso nelle scarpe.
La trasformazione culturale
Con la Riforma protestante del XVI secolo, promossa da Martin Lutero, il ruolo dei santi venne messo in discussione. Nei paesi protestanti, San Nicola perse l’aspetto di vescovo cattolico, ma mantenne il suo ruolo benefico, assumendo nomi come Samichlaus, Sinterklaas o Santa Claus. Per dissociarlo ulteriormente dalla tradizione cattolica, i festeggiamenti furono spostati al Natale.
L’influenza americana
Nel 1823, lo scrittore americano Clement Clarke Moore pubblicò la poesia natalizia “A Visit from St. Nicholas” (nota come “The Night Before Christmas”), descrivendo Santa Claus come un omone con barba bianca, giacca rossa e sacco pieno di regali. Questa descrizione divenne estremamente popolare negli Stati Uniti.
Il colpo di grazia: Coca-Cola
La definitiva trasformazione di San Nicola in Babbo Natale si deve alla multinazionale Coca-Cola. Nel 1931, l’illustratore Haddon Sundblom creò per l’azienda una serie di immagini pubblicitarie, ispirandosi a San Nicola, alla poesia di Moore e al personaggio dello Spirito del Natale Presente descritto da Charles Dickens in “Canto di Natale”. La figura di Babbo Natale divenne così l’icona rubiconda, vestita di rosso, che conosciamo oggi.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, i soldati americani portarono in Europa le loro tradizioni natalizie, contribuendo alla diffusione di questa versione di Babbo Natale anche in Italia e nel resto del continente. Così, il vescovo di Myra divenne l’omone rubicondo che viaggia su una slitta trainata da renne.
Ecco la straordinaria storia di come un santo della tradizione cristiana è diventato un simbolo globale di festa e gioia!